“Come sarà la prossima stagione senza Patrice Temoka? È una domanda che in questa domenica mi assale come un tarlo che mi buca il cervello, perché in tutti gli ultimi 8 anni lui c’è sempre stato e per me era un fatto scontato che ci fosse, come se avesse fatto parte della mia vita sportiva legnaiola da sempre e soprattutto perché il nostro rapporto, tra alti (tanti) e bassi (pochi), ritengo sia stato un fattore fondamentale in un percorso ricco di soddisfazioni per tutta l’Olimpia Legnaia. Per descrivere Pat infatti ci vorrebbero settimane ma in queste poche righe cercherò di limitarmi alle cose più importanti che sono avvenute e che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’Olimpia Legnaia e nel mio cuore.
Cominciamo dall’inizio, la firma del primo anno. Un pomeriggio del settembre 2010, ci trovammo ad un distributore sotto il diluvio in via Baracca alle ore 19; dopo la firma del contratto le parole di Pat furono: “allora sono ufficialmente un giocatore di Legnaia”. Ebbe inizio così il lungo percorso di uno dei giocatori che, dal 1973 ad oggi, più ha rappresentato i colori legnaioli sia in campo che fuori.
Il primo anno fu subito promozione in C2 e finale di Coppa Toscana: il che per una squadra ripescata in Serie D dalla Promozione fu un grandissimo risultato. Patrice trascinò la squadra a suon di punti e rimbalzi e, cosa altrettanto importante, riportò entusiasmo nell’ambiente gialloblu, diventando idolo indiscusso dei bambini che esultavano ad ogni sua giocata. Con lui, tre anni dopo, c’è stata anche la Promozione in C1 a cui ha fatto seguito la salvezza di quest’anno in Serie C Gold, che potremmo tranquillamente paragonare ad una promozione.
Tante sono le emozioni che Pat ha regalato a tutta Legnaia, con le schiacciate che hanno fatto tremare (e non solo) tutti i canestri della Toscana, con i mille rimbalzi arpionati, con la sua instancabile voglia di vincere che bene è impressa negli occhi di tutti coloro che hanno avuto modo di giocare con lui e di apprezzarlo (non per nulla è stato ribattezzato come “Fenomeno”): al contempo ricorderò sempre con un sorriso i canonici 7 minuti di ritardo agli allenamenti, così come i numerosi viaggi attorno al globo terrestre che sfortunatamente lo tenevano lontano dalla palestra del Filarete. Come dimenticarsi poi del travestimento da Babbo Natale alla Festa MiniBasket del 2014, assediato da tutti i bambini alla ricerca di un autografo, di un suo sguardo o semplicemente di una battuta, che lui non ha mai negato a nessuno.
Questo era Temoka, questa era Legnaia.
Scrivendo queste mie riflessioni che oggi mi assalgono e che sono solo una milionesima parte di quello che Pat ha simboleggiato per noi, lo ringrazio per questi 8 anni e gli faccio un grosso in bocca al lupo per la prossima sfida che lo attende, ben più importante di quelle affrontate fino ad oggi in campo, ovvero quella che presto lo porterà ad essere “babbo”.
Sicuro che lo vedremo sempre a tifare Olimpia, con affetto.”
Sergio Masi